Con la discussione del progetto LabNet alla Camera dei Deputati si sono conclusi due giorni intensi, che hanno visto la partecipazione di centinaia tra ricercatori, biologi, medici, nonchè numerosi operatori dell’informazione e onorevoli della Repubblica.
Questa grande partecipazione mostra quanto il progetto LabNet sia apprezzato in ambito professionale per la continua evoluzione e per l’apporto che fornisce nella gestione del paziente.
LabNet è il frutto di una collaborazione virtuosa e trasparente tra una istituzione non profit come la Fondazione GIMEMA ed un’azienda farmaceutica, Novartis, che da anni ne sostiene finanziariamente lo sviluppo.
La collaborazione tra due mondi – profit e non profit – fino a pochi anni fa divisi da un profondo fossato ideologico, si è invece sviluppata e cresciuta su un obiettivo chiaro e definito: mettere il paziente al centro dell’assistenza.
“Per il paziente con una patologia ematologica grave, come una leucemia, non esiste una lista d’attesa. – commenta il prof. Marco Vignetti, presidente della Fondazione GIMEMA Franco Mandelli – L’organizzazione che lavora dietro al suo caso fa sì che un campione biologico venga prelevato e immediatamente indirizzato ad un laboratorio di riferimento. Qui verranno eseguite tutte le necessarie e sofisticate indagini molecolari che forniranno l’esatto profilo genetico della malattia e quindi consentiranno di formulare una diagnosi certa e sicura. Quanto tempo richiede tutto questo? Pochi giorni. – continua Vignetti – grazie all’organizzazione delle reti LabNet, entro 48-72 ore dal prelievo il paziente potrà iniziare la terapia più adatta alla sua forma di malattia.”
“La diagnostica molecolare rappresenta un aspetto fondamentale nell’ematologia – afferma il prof. Sergio Amadori presidente di AIL – perchè il forte carattere genetico delle malattie, ed in particolare delle leucemie, fanno sì che che non esista un’unica possibilità di terapia. Questa, quindi, può essere costruita su misura del singolo paziente”
E questo ha forti ripercussioni sul successo del trattamento, come ricorda Luigi Boano, General Manager di Novartis Oncology Italia che ricorda come LabNet sia un progetto ormai decennale. “Nasce infatti nel 2008 come progetto esclusivamente dedicato alla Leucemia Mieloide Cronica (LMC). Poi iniziammo a discutere con il GIMEMA, con il prof. Vignetti e prof Amadori, della possibilità di creare una rete diagnostica, un qualcosa che non esisteva, da affiancare alla rete di ricerca ed assistenza già attiva. Quella fu la vera lungimiranza, che ci consente oggi di valutare l’efficacia delle terapie in tempo reale, come nella LMC in cui molti pazienti possono anche interrompere il farmaco per la scomparsa della malattia ma che, grazie a LabNet, continuano ad essere monitorati a livello molecolare per identificare precocemente un eventuale ritorno di malattia ed iniziare una terapia immediata”.
Con la presa in gestione del progetto da parte del GIMEMA, dal 2014, la rete LabNet si è quindi espansa fino a quella esistente oggi.
Nel convegno generale, si è registrata la presenza di oltre duecento ricercatori, segno di quanto il progetto sia sentito ed apprezzato. Grazie alla presenza di relatori di altissimo livello sono stati presentati i vari rami di LabNet e ci si è confrontati sulle criticità per ognuna delle reti.
Nel corso della conferenza stampa alla Camera dei Deputati gli interventi degli onorevoli
Mario Morgoni, Elvira Savino, Rossana Boldi, Vito De Filippo e Fabiola Bologna
hanno evidenziato come questo progetto porti beneficio al paziente in un modo ben integrato con il Servizio Sanitario Nazionale e si sono impegnati per far sì che vengano analizzate, ed eventualmente modificate, alcune problematiche burocratiche che potrebbero ostacolarne lo sviluppo. Inoltre l’on. Savino ha annunciato una interpellanza parlamentare urgente di cui riferiremo nei prossimi giorni.
Per ulteriori informazioni su LabNet potete anche consultare la sezione dedicata sul nostro sito.