La leucemia mielomonocitica cronica (CMML) è un tumore raro del sangue e colpisce circa quattro persone ogni centomila ogni anno, anche se l’esatta incidenza non è conosciuta.
La malattia si presenta prevalentemente in pazienti anziani: l’età mediana di insorgenza è di 70-75 anni (questo significa che oltre la metà dei pazienti ha più di 70 anni al momento della diagnosi).
Caratteristiche della leucemia mielomonocitica cronica
La CMML ha caratteristiche comuni delle sindromi mielodisplastiche (MDS) e delle neoplasie mieloproliferative croniche (MPN), con un rischio di trasformazione in leucemia acuta in un terzo dei casi. È una patologia clonale, perché alla base del processo patologico che la genera c’è una cellula che trasmette il suo “difetto” a tutte le altre cellule che ne derivano. La produzione di cellule difettose a livello midollare provoca nel sangue una riduzione quantitativa (citopenia) e qualitativa (scarsa funzionalità) degli elementi cellulari.
È caratterizzata da una crescita abnorme dei monocitici (monocitosi), un tipo di globuli bianchi che combattono determinate infezioni e aiutano gli altri globuli bianchi a rimuovere i tessuti morti o danneggiati, a distruggere le cellule tumorali e a regolare la risposta immunitaria verso le sostanze estranee. Alla monocitosi di solito si accompagna anche una inadeguata maturazione delle cellule a livello midollare, ovvero la displasia midollare.
Categorizzazione
I pazienti con leucemia mielomonocitica cronica hanno caratteristiche eterogenee e variabili che possono essere categorizzate a seconda dei sintomi comuni alle sindromi mielodisplastiche (MDS-CMML) o alle neoplasie mieloproliferative croniche (MPN-CMML).
Quelli in cui la malattia tende più verso le MDS (fenotipo MDS) tendono a manifestare:
- citopenie
- intolleranza allo sforzo
- facilità alle eruzioni cutanee
- infezioni ricorrenti
- dipendenza dalle trasfusioni.
I pazienti invece in cui prevalgono le manifestazioni cliniche della neoplasia mieloproliferativa (fenotipo MPN) tendono a presentare:
- leucocitosi (aumento dei globuli bianchi nel sangue periferico),
- epatomegalia (ingrossamento del fegato),
- splenomegalia (ingrossamento della milza)
- caratteristiche di mieloproliferazione quali: affaticamento, dolori notturni, dolori ossei, perdita di peso e deperimento generale.
I pazienti con MPN-CMML hanno una maggiore frequenza di mutazioni onco-geniche. Circa il 30% dei pazienti con CMML può presentare malattie autoimmuni antecedenti o concomitanti (artrite reumatoide, psoriasi, ecc.) e sindromi infiammatorie sistemiche poco definite.
Terapie
Il trapianto allogenico (da donatore) di cellule staminali è l’unica opzione potenzialmente curativa, ma è associato a morbilità e mortalità significative che derivano dall’età avanzata in cui colpisce la malattia ed è riservato solo ai pazienti più giovani in ottime condizioni generali.
La terapia è di supporto (trasfusioni, antibiotici) per gestire o prevenire le complicanze, adattata in base al rischio, oppure prevede farmaci chemioterapici “leggeri” – tipo decitabina e azacitidina – somministrati nel tentativo di mantenere sotto controllo la malattia e, in alcuni casi, di ottenere una riduzione della quota di cellule leucemiche nel midollo osseo e nel sangue periferico.
Spesso l’esito infausto è provocato non tanto dall’evoluzione della malattia ematologica di per sé, ma dalle complicanze determinate dall’insufficienza midollare (anemia grave, infezioni gravi, rischio emorragico).