Due video per raccontare il servizio LabNet AML e MDS che mette in contatto i centri ematologici italiani con i laboratori di analisi di citogenetica, biologia molecolare, istopatologiche e morfologiche nell’ambito della leucemia mieloide acuta (AML) delle sindromi mielodisplastiche (MDS).

Due video interviste a esperti del settore per spiegare come funziona il processo di standardizzazione dei laboratori e l’importanza della valutazione morfologica del sangue e del midollo nella mielodisplasia.

 

LabNet AML e MDS – Il processo di standardizzazione della rete LabNet
Mariadomenica Divona

LabNet AML e MDS – La morfologia nell’era della biologia molecolare
Susanna Fenu

 

La rete LabNet AML è un progetto ideato dal gimema nato con l’obiettivo di ottimizzare sul territorio nazionale i singoli laboratori in modo da offrire a tutti i pazienti la migliore qualità disponibile nelle analisi per la diagnosi delle malattie del sangue. Come afferma la Mariadomenica Divona, Policlinico Tor Vergata – Laboratorio diagnostico Avanzata “Francesco Lo Coco”, dal punto di vista clinico, un alto standard diagnostico standardizzato, preciso e tempestivo, mette a riparo dalla necessità di ripetere l’analisi o da diagnosi imprecise che portano a terapie inadeguate.

Per poter rimanere nella rete LabNet AML i laboratori devono sottoporsi periodicamente ai controlli di qualità necessari a garantire che l’accuratezza sia in termini di riproducibilità e sensibilità del metodo rimanga valido nel tempo.

“La standardizzazione della rete LabNet AML permette la diffusione su tutto il territorio nazionale delle metodologie basate su tecniche referenziate per il corretto inquadramento molecolare della leucemia mieloide acuta e inoltre garantisce la validazione e l’aggiornamento continuo di tecniche ritenute utili ai fini diagnostici. È importante perché la leucemia acuta mieloide è una patologia caratterizzata da grande variabilità e da un elevato numero di mutazioni. Determinare in maniera accurata il tipo di anomalia genetica è fondamentale: uno, per indirizzare il paziente verso una terapia personalizzata; e due, per monitorare correttamente la risposta alla terapia mediante il monitoraggio molecolare della malattia minima residua”, spiega Divona nel video.

Grazie alla rete di laboratori LabNet è possibile, per i centri periferici dove non è presente un morfologo esperto, poter inviare ai centri di laboratorio che effettuano analisi morfologiche vetrini di sangue periferico midollare per avere un supporto diagnostico. Inoltre, LabNet ha implementato anche un progetto di formazione, la piattaforma GIMEMA Virtual Microscope (GVM) che attraverso l’analisi di vetrini digitali, consultabili online, permette ai discenti di fare pratica attraverso la valutazione di alcuni casi con morfologia difficile e di confrontarsi con esperti morfologi.

“Nella mielodisplasia il primo passaggio diagnostico rimane la valutazione morfologica sia del sangue venoso periferico che del midollo”, spiega Susanna Fenu, dell’Unità Operativa di Ematologia dell’aAzienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata, a Roma. “Per quanto in questi ultimi anni la morfologia ha avuto un ruolo quasi orfano, perché sono poche le persone che si dedicano, questa disciplina in realtà rimane il primo passaggio diagnostico fondamentale, quindi nella definizione della appunto malattia mielodisplastica”.

 

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