Per la prima volta nel nostro paese è nato un bambino da una paziente emato-oncologica che aveva attivato la procedura di crioconservazione del tessuto ovarico. Attenzione, non è la prima volta in generale che nasce un bambino da una paziente oncologica, curata e guarita, ma è la prima volta che questo accade a seguito di questa particolare procedura di conservazione ovarica senza alcuna stimolazione ed in modo del tutto naturale.

La procedura di conservazione più comunemente utilizzata è infatti quella in cui, dopo una stimolazione ovarica, si prelevano e congelano alcuni ovuli. In questo caso invece, la tecnica prevede il prelievo di una porzione di tessuto ovarico, al cui interno sono anche presenti gli ovuli.

Quella che potrebbe sembrare solo una piccola differenza metodologica in realtà modifica completamente lo scenario dell’impianto perché se nel primo caso si deve tentare un concepimento artificiale, nel secondo si ha il completo ripristino della funzione endocrina e riproduttiva, con la ripresa del ciclo mestruale e la possibilità di un concepimento naturale.

E questa è stata la scelta di una giovane di 29 anni che nel 2012, dopo una diagnosi di Linfoma Non Hodgkin e prima di sottoporsi a trattamenti chemio e radioterapici e a successivo trapianto di midollo osseo, decise di conservare parte del proprio tessuto ovarico presso il Laboratorio di Crioconservazione di Tessuto Ovarico e Colture Cellulari dell’U.O. Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana del Policlinico di S. Orsola di Bologna.

“La ragazza prima di sottoporsi ai trattamenti chemio e radioterapici è stata indirizzata a noi dal suo oncologo per attivare la procedura di crioconservazione ci racconta la responsabile del Laboratorio, la dott.ssa Raffaella Fabbri –  valutando elevato il rischio di menopausa anticipata a seguito dei trattamenti che avrebbe dovuto sostenere”

Una procedura ben diversa dal prelievo degli ovuli

“Assolutamente differente. Nel nostro caso viene prelevata una parte di tessuto ovarico, la corticale per la precisione, laddove sono presenti i follicoli primordiali che sono meno suscettibili ai danni da congelamento. L’equipe del prof. Renato Seracchioli effettua questo prelievo mediante laparoscopia, una procedura quindi dal minimo impatto invasivo”

Immagino che l’operazione sia molto delicata

“Sì, consideri che nel corso degli anni abbiamo notato che è sufficiente una minima pressione per rovinare irreversibilmente alcuni follicoli primordiali, per questo l’operazione deve essere eseguita da persone altamente specializzate. Senza poi contare il successivo processo di congelamento che si svolge in più fasi”

Però, nonostante le difficoltà sembra che siate riusciti a mettere a punto una procedura efficace

“E’ dal 2002 che lavoriamo su questo tipo di crioconservazione tanto che il nostro centro è la struttura più attiva in Italia. Abbiamo effettuato 770 crioconservazioni di cui 168 in pazienti pediatriche e, ad oggi, effettuato sedici reimpianti.”

Parliamo del caso più eclatante, di questa nascita?

“Che emozione! Dopo aver completato le cure la paziente, ormai dichiarata guarita dopo cinque anni di follow-up ma entrata in menopausa anticipata a seguito delle terapie, ha richiesto il reimpianto del tessuto ovarico precedentemente prelevato. Dopo pochi mesi è stata ottenuta la riattivazione ovarica e poco dopo la gravidanza spontanea, portata a termine senza alcuna complicazione”

Indubbiamente emozionante. Ricorda il giorno della nascita?

“Assolutamente sì, anche perché per una strana coincidenza questo bel bambino, di oltre 3 kg, ha deciso di nascere in modo spontaneo e naturale lo stesso giorno in cui nel mondo si festeggiavano i 40 anni di Louise Brown, la prima bambina concepita in provetta. Era il 25 Luglio 2018”

In effetti è una significativa coincidenza, abbastanza difficile da dimenticare. Un’ultima domanda, se qualcuno fosse interessato a questo tipo di procedura a chi si dovrebbe rivolgere?

“In Italia il nostro centro e quello di Torino S. Anna sono quelli con la maggiore esperienza e casistica ma la procedura viene anche effettuata a Milano (S. Raffaele) e a Palermo. In ogni caso consiglio, a chi eventualmente fosse interessato, di chiedere sempre al proprio oncologo o medico di riferimento come poter procedere, lui saprà certamente indirizzare nel migliore dei modi”.

 

Per ulteriori informazioni potete anche rivolgervi ad ASTRO Onlus, che informa e supporta gratuitamente le pazienti che devono sottoporsi a radio/chemioterapia e che rischiano la perdita della funzione ormonale ed infertilità. www.astroonlus.it

 

Bologna, 9/11/2015.
Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi Bologna.
Dipartimento della Donna, del bambino e delle malattie urologiche.
U.O. Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione.
Laboratorio crioconservazione tessuto ovarico e colture cellulari.
Il team di lavoro, da sx:
Rossella Vicenti dottoranda,
Dott. Roberto Paradisi Ginecologo Ricercatore,
Prof. Renato Serracchioli Direttore dell‘Unità Operativa,
Dott.ssa Stefania Rossi Ginecologa,
Dott.ssa Raffaella Fabbri Biologa Ricercatrice,
Prof. Mario Lima Direttore dell‘Unità Operativa Chirurgia Pediatrica,
Dott.ssa Maria Macciocca Biologa Assegnista di ricerca.
Foto Paolo Righi/Meridiana Immagini