L’anemia sideropenica è la più frequente e diffusa tra le malattie ematologiche, in particolare tra le donne in età fertile.
Nel nostro organismo circolano mediamente 4 grammi di ferro: 3 sono nell’emoglobina e 1 grammo è in forma di riserva, principalmente come ferritina.
Normalmente il Ferro viene ingerito attraverso carne, verdure e legumi ed è molto difficile non assumerne a sufficienza se nonin stati di malnutrizione o denutrizione.
In condizioni normali si perde circa 1 mg di ferro al giorno (tramite urina, sudore e ricambio cellulare) ma in presenza di problemi gastrici o intestinali (ulcere, gastriti, ecc.), o nei casi di mestruazioni abbondanti (ipermenorrea), la perdita può essere molto più cospicua. Se questa non viene contrastata si ha l’insorgenza di
una sideropenia, ovvero la diminuzione del ferro immagazzinato come riserva. Se questo sbilanciamento dovesse persistere la carenza si aggraverà ulteriormente trasformandosi in anemia.
In particolari fasi della vita si può avere l’insorgenza di una sideropenia temporanea a causa di condizioni dette parafisiologiche, (fuori dalla normalità ma non patologiche) come le fasi di accrescimento dei bambini, la gravidanza e l’allattamento.
L’anemia sideropenica si cura principalmente agendo sulla causa che origina la perdita di ferro. Come supporto è prevista l’assunzione di ferro per via orale, preferibilmente a stomaco vuoto e in associazione ad una fonte di vitamina C che ne favorisce l’assorbimento. In caso di intolleranza e di malassorbimento viene proposta la somministrazione per via endovenosa.