Una certa eco ha avuto, in questi ultimi giorni, la notizia riguardante lo smascheramento di una frode scientifica tentata da alcuni ricercatori guidati dal Prof. Federico Infascelli, dell’Università di Napoli Federico II. Nel caso specifico i ricercatori hanno tentato di sostenere la loro convinzione sulla pericolosità di alcuni mangimi OGM, pubblicando dei lavori su riviste di calibro internazionale ma compiendo delle vere e proprie manipolazioni dei dati esposti a sostegno della tesi*.
Sfortunatamente per loro, nel corso di un’audizione al Senato si sono trovati di fronte ad una competente scienziata, nonchè senatrice a vita: Elena Cattaneo.
Da quel momento alcune incongruenze hanno cominciato ad essere analizzate con scrupolo fino ad arrivare alle conclusioni di questi giorni e di cui potete leggere approfondimenti in questo articolo su Stradeonline.it, su Repubblica e, in modo più scientificamente dettagliato, su Nature.
Questo fatto mette in luce un tema scomodo, quello delle frodi, inevitabile anche in ambito scientifico ma che in Italia, quantomeno, sembra essere limitato nei numeri (17 su oltre ventimila articoli esaminati), a leggere i risultati della Commissione per l’Etica della ricerca e la bioetica. La commissione, istituita in seno al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), dal 2009 analizza le segnalazioni per presunte scorrettezze scientifiche. Purtroppo la storia ci insegna come la frode scientifica, anche se limitata nei numeri, possa avere un impatto enorme dal punto di vista sociale ed essere sostenuta per anni e nonostante qualsiasi smentita (vedi il caso della relazione tra vaccini e autismo).
Ma queste condanne rappresentano anche un riconoscimento implicito “per tutti coloro che si impegnano ogni giorno affinchè le regole vengano rispettate, non per la Dea della burocrazia, ma per tutelare ognuno di noi” commenta Marco Vignetti, direttore del Centro Dati del GIMEMA .