Il Centro Dati, con un organico multidisciplinare di oltre 20 persone, è il centro operativo
che coordina tutte le l’attività di ricerca della Fondazione, assicurando che siano svolte
in conformità alle norme internazionali di buona pratica clinica.
La Storia
Negli anni ’70 nacque, presso l’Istituto di Ematologia dell’Università “La Sapienza” di Roma, il “Centro Calcolo” nel quale venivano svolte le prime attività di raccolta dati. Le tre persone che vi lavoravano svolgevano un lavoro logisticamente molto complesso. Ancora lontani dalle facilitazioni informatiche degli anni successivi, si trattava in pratica di ricopiare manualmente i dati dei pazienti per poi analizzarli tra grandi fogli di carta, tabulati scritti a mano, con colori diversi, cancellature e calligrafie più o meno leggibili.
Negli anni ’80, ci si rese conto che per analizzare tutte quelle informazioni, per capire se quei risultati, spesso ancora tanto deludenti, fossero migliori o no rispetto al passato, era necessario utilizzare seriamente la metodologia statistica. Fu così che fu affidata ad un medico, che aveva trascorso diverso tempo negli Stati Uniti, specializzandosi proprio nella raccolta dei dati e nella loro analisi statistica, la direzione del Centro Calcolo. In un piccolo studio in via Benevento, al IV piano, installò uno dei primi “personal computer” che aveva imparato ad utilizzare negli USA. Di lì a poco il lavoro aumentò a dismisura, si cominciarono a creare le prime banche dati, le prime schede raccolta dati e a fare le prime analisi statistiche.
Nei primi anni ’90, con l’aumentare del gruppo di lavoro, ormai comprendente sette persone, l’ufficio fu trasferito in una nuova sede, in via Forlì. Era nata una vera e propria struttura dedicata esclusivamente alla ricerca clinica, struttura assolutamente all’avanguardia per l’epoca.
Il Centro Calcolo, divenne quindi un punto di riferimento e di coordinamento per i centri di ematologia che aderivano ai progetti di ricerca clinica, il cui numero era in costante crescita. Il Centro Calcolo si occupava di tutte le attività necessarie per lo sviluppo degli studi clinici.
Nella seconda metà degli anni ’90 avviene un salto di qualità nel flusso di lavoro con l’informatizzazione delle schede di raccolta dei dati. Il concetto, rivoluzionario per l’epoca, era quello di raccogliere elettronicamente i dati dei pazienti consentendo ai centri di inserirli in remoto. Come è facile immaginare il processo di informatizzazione non fu affatto indolore, né veloce, ma il lavoro svolto è stato certamente apprezzato nel corso degli anni successivi. Uno dei maggiori valori aggiunti è stato quello di poter migliorare la qualità dei dati, eliminando da una parte diversi passaggi di mano e trascrizioni manuali, dall’altra implementando dei controlli logici che, quando è il caso, avvertono in tempo reale lo sperimentatore di eventuali incongruità sui dati inseriti.
A questa evoluzione gestionale corrispose anche un primo intervento di collaborazione da parte dell’AIL (Associazione Italiana contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma). Il Centro, ormai divenuto una struttura complessa e costosa, ebbe necessità di ulteriori fondi per il suo funzionamento e la sezione romana dell’AIL si impegnò, con il suo contributo, a sostenerlo.
I grandi successi conseguiti dal GIMEMA con alcune ricerche, in particolare quella sulla terapia della Leucemia Acuta Promielocitica, portarono ad un aumento sia delle richieste di adesione da parte dei centri sia dei protocolli di studio da gestire. Il Centro si deve quindi nuovamente trasferire ed approda alla sede di Via Rovigo dove subì una trasformazione sempre più professionale anche a seguito della concomitante costituzione della Fondazione GIMEMA.
Una delle prime attività in questa nuova veste fu quella di avviare un processo per ottenere la certificazione di qualità riguardante le attività svolte.
La prima certificazione ISO 9001-2000 venne assegnata nel 2002 e la dicitura Centro calcolo fu sostituita con quella attuale di Centro Dati.
La continua crescita dei progetti da gestire e l’adozione di un nuovo impianto normativo internazionale (ICH-GCP), che rendeva molto più complessa la gestione burocratica anche delle ricerche senza scopo di lucro, resero necessaria una nuova riorganizzazione del Centro Dati.
Nel giro di pochi anni il numero di progetti crebbe costantemente ed anche lo stesso archivio cartaceo divenne difficilmente gestibile nella sede di via Rovigo. Quindi nel Novembre 2009 la sede viene trasferita nell’attuale locazione di via Casilina 5, nei pressi di piazza di Porta Maggiore. Ancora una volta l’intervento dell’AIL, questa volta nella figura di Associazione Nazionale, permise tutto questo.
Nel 2010 nasce anche GIMEMA inFormazione, unità dedicata alla formazione professionale e alla divulgazione scientifica. Il GIMEMA ottiene anche la certificazione ISO 9001:2008 per l’Organizzazione e conduzione di eventi e corsi di formazione.
Le certificazioni sono state sempre rinnovate nel corso degli anni, segno di un modus operandi ormai consolidato nella struttura che viene riconosciuto anche a livello europeo con il conseguimento della certificazione ECRIN, ottenuta nel 2016.
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