Per i pazienti over 60 affetti da leucemia mieloide acuta (AML), il trattamento con decitabina (DEC) seguita da trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (HSCT) mostra risultati migliori per quanto riguarda la qualità di vita, già a due mesi dall’inizio del trattamento. Sono i risultati di uno studio internazionale condotto dall’EORTC, Celg, Gmds-SG e GIMEMA e presentati al congresso ASH 2022, l’evento dedicato all’ematologia più importante a livello mondiale.
Lo studio ha rivelato tassi di ricorso al trapianto allogenico di cellule staminali e tassi di sopravvivenza comparabili fra i due trattamenti, ma un profilo di sicurezza migliore per il trattamento con decitabina.
Fabio Efficace, a capo dell’Unità di Qualità di vita del GIMEMA, e il gruppo di ricerca internazionale hanno condotto un ampio studio randomizzato controllato di fase III per confrontare due diversi trattamenti in pazienti anziani (fit) con leucemia mieloide acuta.
Il primo trattamento prevede la somministrazione di decitabina per 10 giorni seguita da trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche, il secondo invece chemioterapia intensiva seguita dallo stesso tipo di trapianto.
Lo studio ha coinvolto pazienti con AML di nuova diagnosi, di età superiore ai 60 anni, in condizione di poter ricevere trattamenti intensivi. I partecipanti (606) sono stati divisi in due gruppi di uguale numero: 303 pazienti per il trattamento con decitabina e 303 per il trattamento con chemioterapia intensiva. I questionari per misurare la qualità di vita dei pazienti sono stati somministrati all’inizio dello studio, dopo circa 2 mesi e a distanza di 6 e 12 mesi. Per i pazienti sottoposti a trapianto, la qualità di vita è stata valutata anche prima dell’intervento e a 100 giorni dal trapianto.
L’analisi dei dati a due mesi nel campione totale ha mostrato risultati statisticamente significativi di qualità di vita a favore dei pazienti trattati con decitabina.
Inoltre, nel sotto-campione dei pazienti sottoposti a trapianto, si è osservato che, in tutti i parametri di qualità di vita misurati nello studio (tranne che per il dolore), c’erano dei peggioramenti clinicamente significativi post-trapianto nei pazienti che erano stati trattati con chemioterapia. Al contrario, non si è osservato nessun peggioramento di qualità di vita clinicamente significativo post-trapianto nei pazienti che erano stati trattati con decitabina.