Uno studio condotto su pazienti etiopi affetti da leucemia mieloide cronica evidenzia che nei Paesi più poveri la qualità della vita percepita è più bassa rispetto a quella dei Paesi più ricchi, e potrebbe essere influenzata da problemi di natura economica.

Negli ultimi dieci anni il trattamento della leucemia mieloide cronica (CML) ha avuto importanti progressi grazie all’introduzione di terapie mirate che hanno migliorato significativamente la prognosi e la qualità della vita percepita. Tuttavia, la maggior parte dei dati sulla qualità della vita si riferisce a pazienti che vivono in Paesi ad alto reddito pro-capite, secondo la classificazione della Banca Mondiale, e poco è noto rispetto ai pazienti che affrontano la malattia in Paesi con un reddito pro-capite più basso. Ma se si analizzassero i dati di questi ultimi, le diverse condizioni economiche potrebbero influenzare la qualità della vita? Sembrerebbe di sì: è quanto emerge da uno studio condotto presso il Tikur Anbessa Hospital di Addis Ababa in Etiopia, in collaborazione con il GIMEMA, e pubblicato sulla rivista JCO Global Oncology.

Attraverso un’analisi caso-controllo, lo studio ha voluto confrontare la qualità della vita dei pazienti etiopi con CML con quella percepita da un gruppo analogo di pazienti italiani.

Inoltre, come obiettivo secondario, è stata valutata l’associazione tra qualità della vita e tossicità finanziaria riferite dai pazienti etiopi, individuando i fattori che sono causa della tossicità. Questo concetto include una combinazione di costi diretti, come le spese per i farmaci e per le visite mediche, e di costi indiretti, come le spese di trasporto.

Tra febbraio e giugno 2021 sono stati arruolati 395 pazienti etiopi con CML, tutti in trattamento con gli inibitori delle tirosin-chinasi. Ai pazienti è stato chiesto di rispondere alle domande dei questionari sulla qualità della vita dell’Organizzazione europea per la ricerca e il trattamento del cancro EORTC QLQ-C30 e EORTC QLQ-CML24, quest’ultimo specifico per i pazienti affetti da CML. Le domande affrontano il carico dei sintomi, l’impatto della malattia sulla vita quotidiana e sull’umore, la soddisfazione per l’assistenza ricevuta e per la propria vita sociale. La tossicità finanziaria è stata misurata utilizzando la voce difficoltà finanziarie dell’EORTC QLQ-C30.

Complessivamente, i pazienti etiopi hanno riportato una qualità della vita inferiore, con un carico di sintomi più elevato e maggiori difficoltà finanziarie rispetto al gruppo controllo di pazienti italiani.

In Etiopia, esattamente come in Italia, le spese per i farmaci inibitori delle tirosin-chinasi non sono a carico dei pazienti. La tossicità finanziaria è stata rilevata in più dell’89% dei pazienti etiopi con leucemia mieloide cronica, associata perlopiù alla distanza dall’ospedale e al reddito familiare. In particolare, dallo studio è risultato che due terzi dei pazienti con CML arruolati doveva percorrere oltre 100 km per sottoporsi ai trattamenti e alle visite di follow-up, con un impegno economico per sostenere le spese di viaggio e di alloggio non sempre compatibile con i salari medi delle famiglie etiopi.

I pazienti con tossicità finanziaria hanno mostrato anche una maggiore prevalenza di problemi e sintomi clinicamente rilevanti, probabilmente aggravati dalla difficoltà di acquisto di farmaci di supporto.

In conclusione, i risultati dello studio suggeriscono non solo che i pazienti con leucemia mieloide cronica che vivono in Paesi a basso reddito pro-capite hanno un livello di qualità della vita peggiore rispetto ai pazienti con CML che vivono in Paesi ad alto reddito, ma che a contribuire a questa disparità potrebbero essere problemi di natura finanziaria, che peggiorerebbero la salute dei pazienti con posizione socio-economica più bassa.